La Storia del MOSCATO DI SCANZO
Vino da leggenda, vino degli Dei, giunto sino a noi dalla lontana preistoria, leggenda dei popoli erranti dell’Asia Minore: questo è il MOSCATO DI SCANZO.
Forse Omero quando parlava di nettare degli Dei pensava all’armonia di questo vino capriccioso come erano le antiche divinità elleniche. Di certo resta la sua origine ellenica, cioè di quell’area compresa fra la Grecia e la fascia Egea dell’Asia Minore. Con l’arrivo del leggendario Ateste giunse sino a noi attorno al 1000 A.C. questo prezioso dono della natura.
Dagli Atestini venne fondato il villaggio denominato Ros (dal greco, mazzo d’uva), che con l’aggiunta del celtico ate divenne Rosate (come si legge nella relazione del capitano Dalesse al governo di Venezia), divenuto poi Rosciate all’inizio del XIX secolo. Caio Giulio Cesare stabilì nella zona dell’attuale Scanzo un accampamento militare comandato da un centurione della famiglia degli Scantii, da qui Scantius ora Scanzo. Nel 1600 Scanzo e Rosciate furono per la prima volta fusi in un unico comune. In seguito, verso la metà dello stesso secolo, su richiesta dei Rosciatesi il Comune venne di nuovo diviso. Con la legge di riforma territoriale del 1927, come successe ad altri Comuni, Scanzo venne unito a Rosciate con la nuova denominazione di Scanzorosciate.
i primi cenni storici si ritrovano intorno al 1300.
L’ 8 Giugno 1347 il grande Alberico da Rosciate lasciava a “Jonolo da Priatini certa quantità di Moscatello Rosso …” e Donato Calvi nelle sue Effemeridi così scriveva :“ L’anno 1398 la parte Guelfa portaronsi via 42 carra di Moscatello Rosso di Scanzo”.
La storia di questo prezioso vino è lunga, forse nessun altro può vantare una tradizione legata al nome del grande architetto Giacomo Quarenghi che lo portò alla Corte degli Zar di Tutte le Russie ed alla sua quotazione di mercato a Londra nell’anno 1850, unico vino italiano ad essere quotato, per 50 ghinee alla botticella. Ai giorni nostri possiamo solo dire che dal 1993 anno in cui è stato riconosciuto come doc, anche se come sottozona, è stato riconosciuto come DOCG nel 2009: unico Moscato rosso passito italiano.